Tutte le foto e i testi sono proprietà di Francesco Corbetta
logo

Polis & Polis

Quando, molti anni fa, Christo venne a Milano e impacchettò la statua di Leonardo posta di fronte al Teatro alla Scala molte furono le proteste (l’arte contemporanea ha fra le sue caratteristiche la capacità di far venire allo scoperto gli stupidi) anche da parte di chi non ricordava bene di chi fosse quel monumento. Perché spesso tutti noi guardiamo ma non osserviamo, recepiamo ma non razionalizziamo e se qualcosa ci viene nascosto ci sentiamo sì deprivati, ma non sappiamo ricordare di che cosa e, detto per inciso, questo voleva sottolineare Christo con la sua provocazione. Eppure nulla è cambiato e ancor oggi le nostre città ci sembrano da sempre uguali a se stesse ed è solo quando un negozio dopo tanti anni cambia improvvisamente gestione o un palazzo si rinnova che ci accorgiamo che, al contrario, una città è un luogo dal continuo pulsare dove i cambiamenti sono non un’eccezione ma la regola. I fotografi sono invece attenti ad ogni aspetto della realtà ed è grazie a loro che possiamo osservare in modo più attento il mondo che ci circonda e, in questo specifico caso, l’articolazione dei luoghi in cui viviamo.

+

Francesco Corbetta questa operazione la compie con incisività e forza espressiva lavorando contemporaneamente su un piano classico – quello dell’uso della fotografia analogica e della ripresa accurata – e su un’estetica fortemente contemporanea. Per raggiungere questo scopo compie un’operazione tecnicamente semplice consistente nello stampare non il positivo ma il negativo ma concettualmente audace perché il risultato appare rigoroso nella sua asciuttezza leggera. Ad emergere sono le linee, le strutture, i geometrismi dei quali le esposizioni multiple esaltano il dinamismo: è un’operazione “a togliere” che si accentua nella freddezza dei cromatismi, in un gioco di rimandi fra colori primari che spiazzano l’osservatore calandolo in una piacevole atmosfera lontana dal caotico inseguirsi per le vie della città e vicina, invece, a una dimensione sospesa dove perfino il rumore appare attenuato. Francesco Corbetta ci accompagna con garbo in questo suo viaggio all’interno di una realtà urbana che sembra costruita in cristallo, attraversata dalla luce, sospesa in una leggerezza insospettabile.

Roberto Mutti