La lettura della città da parte di un fotografo è un’operazione quasi obbligatoria, un elemento necessario nella costruzione della propria grammatica visiva. Per certi aspetti può anche apparire come una tappa consueta del meccanismo creativo, apparentemente semplice ma proprio per questo decisamente rischiosa.
Lo sguardo di Francesco Corbetta, invece, legge la città in modo realmente personale, riuscendo a sfuggire dalla trappola del riferimento visivo della pura prospettiva architettonica, spesso invasiva ed eccessivamente dominante sul lavoro fotografico. Nelle sue immagini tutti gli elementi che formano il tessuto connettivo urbano si amalgamano fino a rendere visibile in ogni singolo scatto la vita e le relazioni di senso di un unico corpus.
Le persone e le cose entrano nella fotografia e vivono gli spazi della città, le emozioni sono visualizzate nell’uso efficace del colore che taglia l’immagine, gli elementi costruttivi storici e contemporanei creano lo sfondo della percezione.
Francesco Corbetta riesce così a presentare un’idea di città che ne interpreta l’anima e l’essenza, trasfigurando nella fotografia i suoi elementi caratteristici.
Sergio Gaddi
